sabato 3 giugno 2017

Il tradimento, un'altra forma di Amore



Ho parlato a lungo del dia-logare e del dis-cutere, a c’è un’altra importantissima forma di comunicazione che spesso non viene presa in considerazione poiché, quando il disagio viene comunicato in questo modo, immediatamente subentra L’ORGOGLIO.

Il TRADIMENTO!

Quello che mi piacerebbe è che per un attimo tutti smettessimo di pensare come la società ci ha insegnato quando sentiamo la parola “tradimento” e provassimo a osservare la questione sotto una nuova prospettiva… sembra assurdo eh? Siamo talmente abituati a vedere il tradimento come il male dei mali che sembra inconcepibile che abbia una sua utilità.
Non è mia presunzione né insegnare, né far cambiare idea a nessuno, mi piacerebbe solo che ognuno si mettesse solo in osservazione neutra evitando il giudizio e la standardizzazione, uscire per un attimo dagli schemi.

Innanzi tutto vorrei chiarire che il tradimento di cui parlerò non è collegato unicamente alla relazione amorosa, ma può essere esteso a vari ambiti (lavorativo, familiare, amicale).

Vorrei poi specificare che, se tra i due individui protagonisti della coppia, il confronto (dialogo, discussione, manifestazione dei disagi, …) c'è stato, non esiste “tradimento” che etimologicamente deriva dal latino e in special modo dall’ambito militare:  tradĕre (dal'unione del prefisso tra- cioè oltre + dare cioè consegnare)  consegnare (ad altri, ai nemici), mancando di fedeltà.

Tuttavia, se due persone comunicano, manifestando i propri bisogni e non viene preso alcun provvedimento, è quasi naturale che il corpo cerchi il modo di soddisfare questi bisogni (istinto innato che spinge verso la sopravvivenza della specie attraverso la ricerca di cibo o riproduzione), facciamo un esempio:

Io ti ho parlato delle mie mancanze, tu non puoi colmarle per motivi tuoi e mi chiedi di aspettare perché vuoi fare il possibile per venirmi incontro, di aver pazienza, ...

Io posso aspettare mesi, forse anni, ma devo anche ascoltarmi, cercare di non farti fretta, ma neppure crearmi frustrazione, altrimenti, inevitabilmente comincerò ad odiarti mentre ti aspetto...

A questo punto, non dico che debba essere una regola, assolutamente, ma può succedere che io cerchi di soddisfare i miei bisogni (che tu conosci, ma sai di non poter soddisfare in questo momento) in altro modo, che non dev'essere per forza con un altro partner, ma potrebbe essere anche uno svago mentale, prendermi del tempo, fare cose solo mie dalle quali ti escludo completamente (un po' come tu stai escludendo i miei bisogni per motivi tuoi).

Davvero dobbiamo aspettarci che uno dei due “subisca” passivamente per mesi o anni mettendo da parte ogni suo bisogno? Che sia colui/lei che chiede, o colui/lei che pretende, o colui/lei che non fa o non da, o colui/lei che si sforza tantissimo andando sempre oltre i suoi limiti, ... davvero pensate sia giusto che uno dei due metta da parte completamente se stesso/a?

In questo modo, purtroppo non può che crearsi distacco, un distacco emotivo sempre maggiore che a volte può risultare incolmabile.

Come tu mi escludi perché "hai i tuoi tempi" e cose che in questo momento ti impegnano maggiormente, io ho le mie di esigenze e devo rispettarle: questo  non è una colpa, ma rispetto di noi stessi, ricordiamoci sempre che una coppia, amorosa o meno, è formata da due INDIVIDUI, ognuno con il proprio percorso personale e, a volte, bisogna allontanarsi momentaneamente per ritrovarsi successivamente, magari per sempre.

Ma torniamo al "demone sfascia coppie", esistono 2 tipi di tradimento, quello inconsapevole e quello consapevole, mentre il primo è dettato da un “capriccio” inspiegabile, alcuni direbbero derivato dalla natura insensibile e poco matura di uno dei membri della coppia, il secondo nasce per un motivo ben conosciuto, ma forse mai spiegato.


Davvero questo “capriccio” ha basi solo egoistiche?

Ricordiamoci che ad alcune azioni corrispondono reazioni spesso involontarie, quindi perché, allo stesso modo, non potrebbe il tradimento essere una reazione di una qualche azione o non azione (come nel precedente esempio)?
Ecco che forse, prima di additare l'altro come immaturo bisognerebbe guardare alle proprie mancanze farsi qualche domanda:

Io cosa ho fatto o non fatto per arrivare a questo punto? Cosa mi aveva chiesto? Quante volte ho chiesto di aspettare? Quanto ho valorizzato o cercato di capire gli sforzi del mio partner?


Quando invece, la scelta di tradire è consapevole significa che si conosce bene la causa, ma si ha paura di parlarne.

C'è qualche mancanza? C’è qualche paura?

In molti evitano il dialogo temendo la discussione (intesa come litigata), perché dall'altra parte si pensa che non ci sia la voglia o la capacità di ascoltare e si rimane fissi sulla propria idea senza mettersi mai in “discussione”. Ancora una volta, prima di additare l'altro come incapace dovremmo puntare il riflettore su noi stessi, sul gioco di forza tra il senso di colpa e la paura del giudizio, sul fatto che noi, per primi, ci sentiamo colpevoli, perché?

Ho mai chiesto davvero? Ho davvero cercato di farti capire che provo frustrazione, che ho dei bisogni, che soffro? Perché ho paura di farmi vedere fragile?


Con questo non voglio dire che è sempre colpa nostra, ognuno dei due dovrebbe farsi le medesime domande, sempre e in ogni tipo di relazione. UN FOSSO SI FA SEMPRE CON DUE RIVE!

Tuttavia credo che, se entrambi, nella coppia, ascoltassero maggiormente se stessi ed esprimessero i propri disagi con SINCERITÀ e AMORE all'altro, se l’altro si mettesse in una posizione di ascolto, SENZA GIUDIZIO NÉ ORGOGLIO, mettendosi a sua volta in dubbio, cercando di capire quanto forti sono i bisogni propri e quelli altrui, quanto in questo momento siamo in grado di fare, quanto davvero ci vogliamo impegnare …
Ecco, in questo caso credo che ogni coppia sarebbe più consapevole della propria forza e dei propri limiti, ci sarebbero meno rotture, meno astio  e meno rancori e si imparerebbe a camminare con maggiore fiducia sulla strada del benessere personale e di coppia.

A volte “dare oltre” o ad altri, e chiedere ad “altri” di compensare alcune mancanze (che si tratti di svago, coccole, chiacchiere, sesso, …) può giovare enormemente alla coppia, a volte, addirittura, si può scoprire che, in realtà, ciò che pensavamo ci mancasse, non ci serve ed ecco che la coppia si rafforza, poiché il “vecchio” ci basta e rende felici.

Il rimpianto e la frustrazione sono i due veri nemici della coppia, a volte, il tradimento (o il solo desiderio di tradire) è solo un mezzo per comunicare a noi e all'altro il proprio disagio, oppure un mezzo per evitare la rottura a causa di mancanze facilmente colmabili (ma non dal partner che per motivi personali, in quel momento, non riesce) o a causa di qualcosa che ci sembra essenziale, ma non lo è.

E per finire in modo davvero scontato, un messaggio banale, ma che nasconde grandi verità: fate l'amore, non fate la guerra ... anche psicologicamente!

A presto